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La Musica Il Teatro
"LI SCAVALCA MUNTAGNI"
Commedianti girovaghi in Sicilia
FRA L'OTTOCENTO E IL NOVECENTO
1. Premessa
Per un periodo di oltre duecento anni, dagli inizi del '700, in Sicilia, la novità più importante, fu costituita dall'avvio al cosiddetto "Teatro popolare" che avrebbe profondamente segnato la società, la storia e la cultura della Sicilia, in particolare nelle province di Palermo e Catania.
In quest'ultima, un gran numero di luoghi (spesso abitazioni private), adibiti a "Teatrini dei Pupari", e l' apertura di numerosi Teatri, si ebbe dopo il 1820 e raggiunse il suo acme all'inizio del '900, quando in città erano attivi più di trenta Teatri, e dove si accoglievano moltissime Compagnie di Teatranti cosiddette dal popolo "SCAVALCA MUNTAGNI", le quali arrivavano a Catania dal resto del "Regno", producendosi in spettacoli cosidetti "Del Canovaccio" (senza testo, basandosi sull'improvvisazione estemporanea dei commedianti).
Ripercorriamo in breve le tappe fondamentali inerenti all'evoluzione del Teatro popolare siciliano.
2 - LE RAPPRESENTAZIONI COMICHE - "LA VASTASATA "
Agli inizi del '700, la farsa popolare carnevalesca, affiancata ad un certo punto dalla commedia dell'arte di provenienza continentale, ma soprattutto napoletana, maturò artisticamente nella "Vastasata". A Catania, dove l'autorità ecclesiastica, molto più che a Palermo, faceva sentire la propria presenza nel campo artistico e aveva il completo controllo delle rappresentazioni sceniche, a causa di ciò, lo spettacolo "popolare" non potè avere nella città etnea quella regolarità che si ebbe modo di registrare soprattutto nella seconda parte del secolo.
Il popolo minuto, non aveva possibilità di frequentare i teatri del Comune, dell'Università, del principe Biscari e del principe di San Domenico.
Tuttavia, in occasione di fiere e feste patronali - malgrado il rischio della censura ecclesiastica - presentandosi comici, cantanti e istrioni forestieri, i catanesi accorrevano in massa nelle piazze in qualunque periodo dell'anno.
Verso la fine del Settecento, gli spettacoli si ispirarono soprattutto ai contenuti delle farse popolari e ai canovacci della commedia dell'arte, riprendendone le maschere e ottenendo grande successo presso il popolo. Nei casotti di Palermo intanto,si recitavanoesclusivamente
"le vastasate".
Erano queste, semplici azioni drammatiche, attraverso le quali, nel tempo "diverso" della festa di Carnevale, era concesso beffare l'autorità, i proprietari, i presuntuosi o gli esponenti di una determinata classe di lavoratori. Gli attori combinavano fra di loro un piano che chiamavano "scenone". Sulle prime, altro non facevano che improvvisare in vernacolo dialetto alcune scene comiche creando il collegamento fra le vastasate e le commedie "all'improvviso" (o a soggetto).
Aggressivo, vivo, questo genere di teatro segna il cammino che porterà al grande attore siciliano dell'Ottocento e alla grande produzione drammatica dialettale moderna.
3 - LE MASCHERE siciliane
La figura del vastaso (facchino) come si può dedurre dalla maggior parte dei titoli delle vastasate palermitane pervenuteci, aveva generalmente il nome di "Nofriu". Era la maschera principale, il primo zanni, come lo era Pulcinella nelle farse napoletane, e Peppennappa (primo "zanni") o Tofalo (il secondo), in quelle catanesi.
Lo spettacolo comico costituiva certamente un motivo di evasione per il popolo, ed in particolare, le vastasate esercitarono la loro influenza sul teatro siciliano. Erano opere buffe e gli artisti mirarono a rispecchiare le qualità intrinseche, le abitudini, la realtà del popolo siciliano.
La prima maschera creata dai nostri comici dilettanti, come abbiamo detto, fu quella di Nofriu. Questi, nel tempo, si trasformò in Pasquino Tataranchio, perdendo il suo tipico aspetto di vastaso per assumere quello di servo. Il celebre Marotta (Palermo), ebbe il suo continuatore in Giuseppe Colombo (1783 Castronuovo - PA ), un eccellente attore dallo sguardo fortemente espressivo.
Dalla commedia dell'arte, il Colombo prese anche il trucco e il costume; recitando sempre in dialetto, egli non portava però maschera sul volto.
Dopo Giuseppe Colombo,"la maschera" di Pasquino fu impersonata per qualche tempo dal genero Giuseppe Balsamo. Ma molto più a lungo durò la fortuna del successivo Pasquino, interpretato da Salvatore Tomasino: l'ultima grande maschera siciliana.
A livello di storia riconosciuta quindi, l'importanza di questo Teatro dialettale tramandato è indubbiamente grandissima.
4 - IL TEATRO DIALETTALE MODERNO
Intanto era continuata nell'isola l'attività di vere e proprie compagnie di giro che si esibivano nei quartieri popolari delle città in occasione di feste e fiere.
C'era però nell'aria un qualcosa che avrebbe dovuto, prima o poi, più o meno casualmente, concretizzarsi nel passaggio dall'epoca borbonica a quella post- unitaria; e in effetti questo avvenne nel nostro teatro siciliano all'inizio della seconda metà dell'Ottocento, attraverso l' opera che segnò l'inizio del teatro dialettale moderno:
"I mafiusi della Vicaria" del Rizzotto (giovane capocomico palermitano che aveva abbandonato gli studi di Giurisprudenza per affrontare la vita grama dell'attore girovago).
5 - I GRANDI ATTORI tra l'Ottocento e il Novecento -
Il Teatro dialettale, nato come spettacolo popolare (I mafiusi), per ispirazione di un uomo del popolo (Rizzotto), e rappresentato da una compagnia "scalcagnata", trasformatasi in compagnia di successo, si accorse presto di non avere un repertorio tale da permettersi una certa continuità.
Quindi la crisi del teatro dialettale siciliano, avvenne non solo perché non ci furono autori, ma anche perché non ci furono grandi attori, dovendo attendere per questo la fine del secolo, con la grande stagione dei Grasso, Musco, Bragaglia, Aguglia, Anselmi, ecc. sorti tutti dal Machiavelli di Catania, e quindi provenienti da esperienze di Teatro e repertorio popolare catanese.
6 - IL TEATRO "VERISTA"
La data ufficiale di inizio del Teatro Verista è il 14 gennaio1884. In questo giorno fu rappresentata per la prima volta al teatro Carignano di Torino "Cavalleria Rusticana" di Giovanni Verga. Eleonora Duse fu la prima interprete di Santuzza , Flavio Andò (Turiddu), Tebaldo Checchi (compare Alfio).
Il Verga incontrò grandi difficoltà per far rappresentare il suo dramma che segnava, per quell'epoca, una grande novità nel repertorio teatrale italiano; in realtà la sera del 14 gennaio 1884 fu un vero e proprio trionfo, e veramente il Verga, con questo primo dramma verista, portava il teatro siciliano "alle soglie dell'arte".
Il Teatro Verista, costituiva all'interno della cultura e quindi del teatro ufficiale, una svolta storica di grandissima importanza, per l' esigenza di accostamento al reale.
Tutte le opere veriste, o almeno quelle più note, furono rappresentate nei più prestigiosi teatri borghesi, ma per di più, in primo luogo si scelsero i teatri del continente, e non tanto per desiderio di far coscere altrove le effettive condizioni del popolo meridionale, quanto perché si trattava di far conoscere e applaudire, all'interno della cultura ufficiale, l'importanza di una innovazione tecnica e "tematica", per raggiungere la quale, il "modesto" teatro dialettale e popolare, era stato di fatto il fondamentale ispiratore.
7 - TEATRI E COMPAGNIE A CATANIA
Nell'ottocento, i teatri regolarmente attivi erano numerosi: a partire dal Teatrino del Principe di Santa Domenica, il Politeama Castagnola (costruito nel 1880, e distrutto da un incendio nel 1901), il Teatro Nazionale, il Politeama Margherita (1896), il Teatro Sangiorgi (1900), il Teatro Alfieri, il Teatro Goldoni (1875) in via Etnea, il Teatro Mercadante (1891), il Teatro Giacinta Pezzana, il Teatro Giardino Eden (1898), per citarli solo in parte.
Le compagnie che agivano nei suddetti Teatri catanesi, risultano, da documenti ritrovati, assai numerose. Alcuni nomi dei "Capocomici" e date: Giuseppe Colombo (1829) - Francesco Lombardi (1832), Siciliani e Giardina (1851), Achille Dondini (1874), Domenico Franzoni (1875), e moltissime altre.
A Catania recitarono pure la grande attrice Sarah Bernhardt (La signora delle camelie) ed Eleonora Duse (Fedora e Cavalleria Rusticana).
Testi tratti da: Giovanni Isgrò "Festa teatro rito della storia di Sicilia"
"Feste e spettacoli nella Catania dell'ottocento" a cura di: Turi Giordano e Maria Grazia Malagoli